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Spotify: individuato presunto algoritmo sessista che consiglia brani di artisti maschili

Spotify: individuato presunto algoritmo sessista che consiglia brani di artisti maschili

di Chiara Denti

Com’è possibile che nel 2021 dominino distinzioni di genere anche nel mondo musicale?

 

Rivolgo a voi questa domanda, prendendo in considerazione lo studio svolto da alcune università europee sul bias dell’algoritmo utilizzato dalle piattaforme di streaming musicale.

La ricerca è stata riportata dal Times e mostra che anche nel mondo musicale non mancano algoritmi sessisti. La dottoressa Christine Bauer dell’università di Utrecht e autrice dello studio ha evidenziato: “Abbiamo dimostrato che un algoritmo di raccomandazione ampiamente utilizzato è più propenso a scegliere le canzoni di artisti maschi rispetto a quelle di donne”.

La ricerca è stata sviluppata prendendo in considerazione le abitudini di ascolto di 330 mila persone nell’arco di nove anni.

 

I servizi di streaming musicali “danno molta più visibilità” agli artisti uomini, penalizzando le artiste donne. Lo studio dei ricercatori europei evidenzia come solo il 25% degli artisti ascoltati da 330 mila persone in nove anni fossero donne, indagando sull’algoritmo che suggerisce cosa ascoltare.

È emerso che, mediamente, la prima traccia consigliata e le sei successive appartengono ad un uomo e che occorre aspettare fino alla canzone numero sette o numero otto per vedersi consigliato l’ascolto di un’artista donna.

 

Se consideriamo Spotify, il servizio musicale svedese tra i primi utilizzati al mondo, basta andare a guardare le statistiche di Spotify Wrapped del 2020 per rendersi subito conto che i primi cinque artisti più ascoltati sono tutti uomini e che le tendenze sono simili in tutte le categorie.

 

Ma c’è un altro fatto che mette in luce l’esclusione delle donne dall’industria musicale: solo il 23% degli artisti nella Billboard 100 del 2019 erano donne e, sempre loro, rappresentano circa il 20% dei compositori e dei cantautori registrati, con il 98% delle opere eseguite dalle orchestre principali che appartengono a compositori uomini.

 

Il team di ricerca ha ideato un modo per risolvere questo problema, ovvero il metodo di riclassificazione progressiva.

Andando a riclassificare le raccomandazioni calcolate dall’algoritmo di base la tattica è stata quella di spostare gli artisti maschi di un dato numero di posizioni verso il basso: “Tramite una simulazione, hanno studiato come le raccomandazioni riclassificate potrebbero influenzare il comportamento di ascolto degli utenti a lungo termine, quindi con l’aiuto dell’algoritmo riclassificato, gli utenti inizierebbero a cambiare il loro comportamento e ascolterebbero più artiste donne di prima”.

Quello che accade, a questo punto, è che l’algoritmo “impara” da questo cambio di comportamento, posizionando artiste donne in posizioni più alte nell’elenco delle raccomandazioni.

 

Infine l’autrice dello studio ha concluso: “Questo semplice metodo può aiutare ad affrontare i pregiudizi negli algoritmi che giocano un ruolo importante nel modo in cui molte persone scoprono nuova musica e artisti”.

 

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