di Veronica Besana

“Come si fa a capire che stiamo seguendo la strada giusta? Che non stiamo sprecando tempo inseguendo un sogno?”

La lezione più bella che abbia mai imparato e voglio condividere con te che stai leggendo è che i sogni si “realizzano”, non si “inseguono”, perché se devi correre dietro a qualcosa o qualcuno, significa che non sta aspettando te.

Credo che il momento discriminante in fatto di sogni arrivi quando il sogno da semplice desiderio diventa un obiettivo, un traguardo chiaro e preciso. Un’idea che martella in testa e non vede ostacoli, solo orizzonti da raggiungere e superare.

Il “sogno giusto” si presenta come un obiettivo e ci rende ostinati: anche quando non abbiamo idea da che parte iniziare per realizzarlo, quel sogno, riusciamo ancora a credere che c’è sempre un modo; ci sentiamo finalmente pronti ad affrontare le paure, le insicurezze e più si va avanti, più ci si sente completi, capaci, nonostante ci siano sempre cose ancora da imparare e migliorare.
Più di tutto, si scopre di essere Felici, per davvero – e non può essere sbagliato, se ti rende felice.

Voglio parlarvi della radio, la mia passione, il mio sogno e il mio obiettivo, oltre che il motivo per cui sono qui a scrivere.

Mi è stato chiesto molte volte quando sia iniziata questa passione e la verità è che non lo so dire. La radio c’è sempre stata, sono cresciuta con lei, a casa, in auto, era accesa in ogni momento tanto che oggi, quando capita che sia spenta, più del silenzio quello che avverto è vuoto.
Voci e nomi che non avevano bisogno un volto per esistere mi hanno accompagnata sempre, non sono mai riuscita a studiare nel completo silenzio, ma neanche con la musica dei miei artisti del cuore. La radio invece, era il giusto sottofondo: discreto, ma presente.

Crescendo ho capito che quella costante presenza mi aveva portata a fare amicizia con la radio, a conoscerne e sperimentarne la potenza come mezzo di comunicazione e quindi a credere nella capacità della radio di arrivare alle persone, di essere una compagnia più reale di quanto si possa pensare. Io credo nel potere della radio di parlare davvero alla gente.

Il desiderio di esserne parte deve essere stata una naturale conseguenza e la prova che la radio fosse il mio sogno sta nel fatto che da sempre affianca ogni mia attività, senza essere elemento di disturbo, ma di supporto, tanto che un giorno ho sentito la voglia o il bisogno essere io a fare qualcosa per Lei.

Nella scelta dei miei studi universitari ho cercato una strada che mi avvicinasse alla realtà radiofonica e così ho scoperto l’esistenza di una miriade di ruoli, figure, persone che collaborano alla realizzazione di quella che chiamiamo semplicemente “Radio”.

Non sapevo all’inizio quale avrebbe potuto essere il mio posto in quel mondo, ma una cosa la sapevo… o almeno così credevo: non volevo fare la speaker!

Il motivo era tanto spaventoso, quanto poi si è rivelato facilmente confutabile.
Era una domanda: “come caspita facevano i conduttori ad avere tutte quelle cose da dire, a sapere tutte quelle cose?”.
Un brindisi all’insicurezza, che spesso ci fa rinunciare a piccoli e grandi sogni.

Qualche anno e qualche esame dopo però, è arrivata la mia prima volta in uno studio radiofonico e da lì tutto è stato chiaro.
Ero stagista in un grande network, di cui per anni ero stata ascoltatrice, e la prima “visita agli studi” la vivevo con l’entusiasmo di una gita. Solo che, quando la porta dello studio si è chiusa alle mie spalle e mi sono trovata di fronte al microfono, è stato come arrivare al centro della terra, quella era la sorgente da cui partivano le voci che mi avevano accompagnata per vent’anni di vita.

E non ero mai stata a mio agio come in quel posto. Ero a casa.

Quando da ragazzi si pensa al proprio futuro, arriva quasi sempre il momento in cui ci domandiamo come riconosceremo la nostra strada, il nostro posto nel mondo. Ecco, io in quel momento ho capito che quando lo si trova, non c’è più spazio per alcun dubbio. 
Da quel giorno, tutto il mio impegno sarebbe stato rivolto a fare di quella postazione davanti al microfono e di quelle cuffie i miei strumenti di lavoro, con la condizione che se mai ci fossi arrivata, sarei stata quanto più preparata possibile, perché il mezzo Radio ha una potenza incredibile e richiede rispetto.

Ora che la maggior parte delle mie giornate, delle mie attività e studi sono dedicati alla radio, faccio esperienza ogni giorno di quanto il tempo e l’impegno che dedicherò al mio sogno non saranno mai stati sprecati.

E tu, quale sogno è il tuo obiettivo?

Veronica Besana, 1993. Mi piace chiacchierare, ma con un po’ di musica tra le frasi. Così ho trovato nella Radio il mio posto nel mondo.