di Lorenzo Marmonti

Sorridi, tu fallo e basta.

Cosa c’è di meglio di un sorriso contagioso? Cosa c’è di meglio per far svoltare una giornata storta e darti quella piccola dose di serenità e contentezza? Sono pochissime le occasioni che in questo periodo ci permettono di mostrare il nostro viso e regalare un sorriso a qualcuno. Lo teniamo sempre e perennemente nascosto dalla mascherina che per ovvie ragioni dobbiamo indossare e forse, purtroppo, stiamo imparando a nasconderlo sempre meglio scordandoci di averlo con noi. Tutto questo però ci ha anche dato la chance di intensificare “l’allenamento” di occhi e voce per fare questo splendido regalo: trasmettere felicità.

Da ormai un anno ci manca sempre di più quel contatto emozionale esclusivo di noi esseri umani che fa sì che la nostra vita sia piena, colorata ed “emozionalmente attiva”. Per questo, ora più che mai, mi sono ritrovato a voler assecondare una passione da tempo latente dentro di me, che è quella di trasmettere il sorriso attraverso la voce, attraverso le parole, attraverso la radio.

È stato proprio mediante questo nuovo percorso che mi son ricordato quanto sia bello e importante compiere quel gesto così talmente semplice ma non banale: sorridere. Ed è avvenuto proprio grazie alle persone che ho conosciuto in questo percorso, alla passione che ognuna di loro riesce a trasmettere, a quella stessa passione che è dentro tutti loro (e dentro di me), alla forma d’arte che si innalza e che dà un senso a tutto; e intendo proprio tutto.

Succede poi che mi soffermi a pensare a quella sera quando, tornando a casa dopo una lunga giornata di Accademia, mi accorsi che in tutti quei 40 minuti che ho passato in macchina c’era stampato sulla mia faccia un sorriso: quello un po’ da ebete (lo ammetto) ma che si commentava da solo. Quello che credo almeno una volta nella vita sia capitato a tutti di notare su se stessi.

Purtroppo oggigiorno siamo messi a dura prova: lottiamo contro qualcosa che piano piano spegne i nostri sorrisi e alimenta le nostre sofferenze, le nostre insicurezze, le nostre paure, lasciando invece sempre meno spazio ai nostri sogni e alle nostre ambizioni. Anche se in fondo non c’è nulla di sbagliato nel soffrire o essere tristi, anzi sarebbe sbagliato non esserlo mai. Ciò che realmente è sbagliato è sentirsi privati del sorriso; perché non esiste giustizia divina o mortale che possa togliertelo.

È tuo e puoi, anzi devi, usarlo quando vuoi, che sia con la bocca, con gli occhi, con la voce.

Non importa come.

Sorridi, tu fallo e basta.