di Chiara Denti
Vi siete mai chiesti come nasce una colonna sonora? Che ruolo occupa all’interno di una pellicola?
Si tratta di due interrogativi che magari non ci poniamo perché siamo troppo concentrati ad osservare le diverse scene del film, e ci dimentichiamo delle particolari melodie, che il regista propone, con l’obiettivo di intensificare l’emozione e lo stato d’animo dello spettatore.
Non è facile per un compositore trovare la colonna sonora adatta al film perché deve prendere in considerazione diversi aspetti: il genere del film influenza il ritmo e il tempo della melodia, mentre l’emozione che si vuole comunicare condiziona la scelta delle sfumature e degli abbellimenti musicali.
In un film di genere horror per esempio, le scene orrorifiche e di apprensione vengono rappresentate da musiche cupe e da rumori inquietanti. A differenza dei film drammatici dove le note musicali conferiscono energia e sottolineano i momenti tristi e bui.
Gli spettatori considerano bello il film se viene accompagnato da una colonna sonora che tocca profondamente l’anima delle persone.
Le colonne sonore completano i film, riempiono i momenti più spenti, arricchiscono le scene con pathos e introducono musiche che entrano nella memoria collettiva.
Spesso si ricorda prima la colonna sonora del film proprio per la sua capacità di penetrare nel cuore e nella mente delle persone.
Nell’epoca del cinema muto, la musica ha sempre avuto la sua importanza, non si può parlare di vere e proprie colonne sonore ma di accompagnamenti musicali realizzati da un pianista e poi con il tempo dall’orchestra, in grado di creare atmosfere magiche.
Il primo film del cinema sonoro è “Il cantante di Jazz” (1927) di Alan Crosland.
Con l’avvento di innovazioni legate alla produzione del suono, nasce la colonna sonora, avente il compito di collegare le scene, di trasmettere sensazioni e di dare un tono più acceso alla pellicola.
Con l’esordio della soundtrack, anche i film riscuotono maggior successo, si ricorda la musica del compositore Max Steiner, inserita come colonna sonora nel film “Via col vento” di Victor Fleming, nel 1939. Si tratta della più lunga colonna sonora mai realizzata per un film.
L’altro film che ha ricevuto successo anche per la sua soundtrack è stato “Psycho” di Alfred Hitchcock (1960).
Il compositore Bernard Herrmann ha saputo coniugare melodie ed effetti cinematografici, soprattutto nella scena famosissima in cui la protagonista viene uccisa nella doccia.
Le note spaventose dei violini accentuano quello che viene trasmesso sullo schermo, creando empatia nello spettatore.
È importante sottolineare che più c’è collaborazione tra il regista e il compositore, più la colonna sonora sarà in grado di attirare l’attenzione dello spettatore, facendoli così ricordare determinati effetti o aspetti della pellicola.
In passato, si ricorda il sodalizio che si era venuto a creare tra il regista Federico Fellini e il compositore Nino Rota; quest’ultimo ha lavorato ai suoi progetti cinematografici, realizzando le più belle ed emozionanti colonne sonore, presenti per esempio nella “La dolce vita”, “8 e mezzo”, “Amarcord”.
Un’altra fusione intensa è quella nata tra il regista Sergio Leone e il compositore Ennio Morricone, venuto a mancare il 6 luglio 2020. La loro amicizia era nata sui banchi di scuola elementare, i due geni si rincontrano dopo tanto tempo dando vita a dei capolavori che rimarranno per sempre nella storia della musica e del cinema.
La prima colonna sonora che scrisse per Leone fu per il film “Per un pugno di dollari”, nel 1964, proseguendo per tutta la serie successiva di spaghetti-western diretti dal regista romano: “Per qualche dollaro in più”, “Il buono, il brutto, il cattivo”, “C’era una volta il West” e “Giù la testa”.
Un sodalizio che durò fino all’ultimo film di Sergio Leone, il gangster-movie “C’era una volta in America”.
Nel 2007 Morricone ha ricevuto il premio Oscar alla carriera, dopo essere stato nominato per 5 volte. Nel 2016 ha ottenuto il suo secondo Oscar per le partiture del film di Quentin Tarantino “The Hateful Eight”, per la quale si è aggiudicato anche il Golden Globe.
A livello internazionale, sono tantissime le colonne sonore che hanno appassionato ed emozionato gli spettatori, tra il Novecento e gli anni Duemila. Ma non possiamo dimenticare quelle che hanno segnato profondamente la storia del cinema.
Negli anni ’60 si ricorda la colonna sonora del film “Il laureato”, ovvero “Mrs. Robinson”, realizzata da Simon and Garfunkel, attraverso cui hanno vinto i loro primi due Grammy come “Record Of The Year” e “Best Contemporary Pop Performance”, inserendoli tra le stelle della musica.
Nel 1994 il film Disney “Re Leone” ha vinto il premio oscar per la sua intramontabile colonna sonora, scritta da Hans Zimmer, con il contributo di Elton John e Tim Rice.
Sempre nello stesso anno ottiene successo la colonna sonora di Forrest Gump “The Feather theme” creata da Alan Silvestri.
Questa melodia resterà per sempre un capolavoro, una della più riuscite di quel periodo d’oro delle colonne sonore che si può comprendere tra la seconda metà degli anni Ottanta e la fine degli anni Novanta, soprattutto perché è capace di collegare le diverse epoche che il film affronta.
Nel 1996 la colonna sonora “Born slippy” del film “Trainspotting” presenta un ritmo veramente incalzante che sembra quasi accompagnare il protagonista nella sua personale fuga verso la vita.
La colonna sonora del film “Titanic”, “My heart will go on” (1997), cantata dalla voce australiana,
Celine Dion, continua a far sognare tutti gli innamorati perchè lega pezzi di vita.
Sempre dello stesso anno si ricorda la soundtrack “Beautiful that way” creata da Nicola Piovani per il film sull’olocausto “La vita è bella”. Nel 1999 il film riceve due premi: l’Oscar per il miglior attore (Roberto Benigni) e l’Oscar per la miglior colonna sonora.
La leggerezza musicale della composizione sembra entrare in contrasto con la tematica cruda e tragica affrontata dal film, ma, probabilmente la sua fortuna, nasce proprio da quest’atmosfera che si viene a creare.
Nel 2000 riceve successo la colonna sonora del “Gladiatore”, ovvero “Now We Are Free” realizzata da Hans Zimmer e Lisa Gerrard. Il brano in realtà viene cantato dall’inizio alla fine con parole inventate, non riconducibili a nessun linguaggio umano, né artificiale.
Tutte le “parole” di questa canzone sono solo “suoni”. La cantante ha affermato che questo testo è fatto per far scaturire sentimenti attraverso i suoni delle parole e non il significato che esse racchiudono.
Nel 2001 il film “Pearl Harbor” emoziona con la colonna sonora “There you’ll be”, interpretata dalla cantante statunitense Faith Hill, vincendo l’Oscar alla miglior canzone originale.
Con l’uscita di “A Star Is Born”, film diretto e interpretato da Bradley Cooper con Lady Gaga, e della bellissima canzone “Shallow”, il ruolo delle colonne sonore è ritornato prepotentemente in auge.